Tutto nasce dai loro occhi. Occhi curiosi, che interrogano, scrutano, temono, si fidano, rincorrono, attendono…si fermano. Tanti sguardi, istantanee inespresse. Poche parole, difficile esprimersi nella nostra lingua, meglio guardare e tacere…ogni tanto una parola, ma perlopiù tacere. Nasce allora l’idea, “Day Off “. Per il 20 Giugno, giornata mondiale del Rifugiato, diamo loro spazio…tempo…luogo. I protagonisti saranno loro, gli ospiti della Comunità Oasi 2.  I loro stessi smartphone e qualche macchinetta usa e getta e via si parte a catturare immagini, finalmente fermarle su carta e potersi narrare, raccontare sé e il loro mondo con i loro occhi.

E poi un giorno arrivano Aldo e Mirella. Aldo è un ragazzo barbuto e spigoloso, ma simpatico, concreto. Nella vita cattura immagini… lui…così vive. Mirella ha i capelli rossi ed è una donna determinata. Li abbiamo chiamati perché insegnassero ai provetti fotografi a smanettare al meglio con le macchine fotografiche… ma si rivelano subito molto di più…un catalizzatore, una scintilla che da vita alla creatività, una rampa di lancio che libera voli e sogni, vissuti e speranze.

Poi ci ritroviamo tutti intorno ad un proiettore con Aldo, Mirella, gli operatori di Oasi2 e i mediatori….e allora si liberano le parole, si sciolgono, impregnano le immagini di profumate suggestioni… le colorano.

Ancora un’idea: andiamo in gita tutti insieme a visitare la World Press Photo a Bari! Noi piccoli fotografi…osserviamo, scrutiamo i grandi fotografi. Le foto dei barconi, del mare, dei salvataggi…di quelli che non ce l’hanno fatta . E’ il momento della malinconia, del ricordo rimosso, delle lacrime trattenute per troppo tempo…del fratello perduto nel viaggio.

Qualcuno sceglie di raccontarsi a parole, nella propria lingua, attraverso i mediatori, ha bisogno di tirar fuori, di riconoscersi e farsi riconoscere attraverso il linguaggio. Racconta di assenza, mancanza, diversità, nostalgia, confine, momenti di bisogno e spaesamento. E il racconto è una cura.

La fotografia è diventata un ponte capace di rompere le barriere tra tre soggetti: il fotografo, il soggetto ritratto e l’osservatore che a sua volta ne diventerà un interprete. Il potere evocativo delle immagini da la capacità di toccare l’interiorità delle persone al di là del dato rappresentato.

“…Le immagini sulla carta o nella mente non sono importanti in sé.

Sono solo agganci.”

C.S. Lewis, Diario di un dolore

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